La Piaga del Lavoro Minorile nella Moda

Una minorenne cuce dentro una industria tessile

Indice dei contenuti

Fast fashion tra inquinamento e lavoro minorile

Riuscire a far combinare etica ed estetica è uno degli obiettivi che i prodotti e i produttori di abbigliamento dovrebbero prefiggersi per creare collezioni realmente sostenibili, offrendo comunque degli alti standard qualitativi e garantendo le migliori performances.

Quello che voglio “sfiorare” oggi e proporVi come tema di discussione è il mondo delle sneakers: uno dei prodotti che sta avendo un enorme successo in una moda sempre più “easy wear”, sempre più “comodosa” ma anche sempre più… pericolosa.

Uno studio realizzato dal MIT (Massachusetts Institute of Technology: e direi che a livello di affidabilità dei dati siamo vicini al top) ha determinato che la produzione di un paio di sneaker generano circa 13,6 kg di anidride carbonica (l’equivalente di una lampadina da 100 Watt lasciata accesa per una settimana).

Un tipico paio di sneaker richiede 360 passaggi operativi per la sua realizzazione: dal taglio e cucitura fino ad arrivare all’applicazione delle parti decorative. Un procedimento industriale decisamente elaborato, dunque. Senza contare che molti dettagli delle nostre bellissime e coloratissime sneakers vengono assemblati con l’utilizzo di colle decisamente poco ecologiche e salutari.

E sapete chi esegue queste applicazioni? Sì, avete già intuito….: i bambini !!! Non nascondiamoci dietro un filo d’erba… il lavoro minorile è una vera e propria piaga mondiale che deve essere combattuta con forza.

La fast fashion è una delle principali cause di questa piaga sociale.

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Lavoro minorile: dati alla mano

I dati emessi dalle Nazioni Unite parlano chiaro e sono poco confortanti: sono 152 milioni i bambini che lavorano.

Si tratta di bimbi che non vanno a scuola, non ricevono nessun tipo di istruzione e, ancor più, subiscono il fenomeno tristemente conosciuto come “sweatshop”: una parola che non ha una singola e specifica traduzione ma che può essere descritta come la condizione in cui si vive in alcuni luoghi di lavoro e dove i lavoratori subiscono ogni tipo di violenza arbitraria (incluse violenze fisiche e verbali).

Alcuni dati stimati sulla distribuzione del lavoro minorile:

    • 60% Asia e pacifico
    • 23% Africa
    • 8% America latina
    • 6% Medio Oriente e Africa del Nord
    • 3% paesi industrializzati e con economia in transizione

Ora, non sappiamo esattamente quale sia la percentuale di questi bambini sfruttati dal settore moda, ma sappiamo per certo che questo è uno dei settori più a rischio.

Un rapporto del Center for Research on Multinational Corporations (SOMO) e dell’India Committee of the Netherlands (ICN) ha rivelato che in India, i reclutatori, convincono i genitori poveri a mandare le loro figlie in filatura, promettendo un lavoro ben retribuito, un alloggio, tre pasti al giorno e opportunità di formazione, oltre ad una indennità forfettaria alla fine dei tre anni di lavoro.

Il rapporto sul campo mostra che in realtà questi bambini stanno lavorando in condizioni spaventose, equivalenti alla schiavitù e alle peggiori forme di lavoro minorile, nulla a che vedere con il concetto di “moda etica“.

Bambini dormono durante il turno di lavoro dove realizzano sneakersNella produzione specifica di sneakers, i bambini e le donne con mani piccole vengono largamente impiegati perché proprio la dimensione delle loro mani consente di tenere la tomaia della scarpa ferma, intingere la decorazione in colle calde altamente inquinanti e applicarle sulla tomaia stessa.

Si tratta di prodotti altamente tossici che consentono di unire parti delle scarpe o incollare le decorazioni esterne.

Anche prodotti come la formaldeide (considerata altamente cancerogena) e il cloruro di polivinile vengono utilizzati da queste creature che rappresentano il nostro futuro, pur essendo spesso lontani migliaia di chilometri dalle nostre abitazioni. E torniamo nuovamente al solito discorso: i brand della moda ci incantano ogni volta grazie ai loro pubblicitari ed i designers ci lanciano messaggi altisonanti sui loro prodotti eco-sostenibili, ma dietro le quinte si consuma la vera tragedia.

Molte sono le aziende che appaltano la fornitura e distribuiscono poi le lavorazioni a una miriade di piccoli laboratori (spesso abusivi) dove le norme minime vengono tranquillamente dimenticate. Questa è la triste e cruda realtà.

La cosa fortemente triste è che anche le scarpine dei bimbi, sono prodotte da bambini !!!

Alcune proposte sono state già tentate, ma è ovvio che non abbiano riscontrato il favore dei marchi internazionali, interessati fondamentalmente al profitto che consente di mantenere in vita grosse “corazzate”.

Alcune certificazioni tessili di cui spesso parliamo offrono garanzie e standard di controllo, ma se da parte dell’azienda c’è la volontà di aggirare queste regole spesso ci si riesce (Fairtrade, Equo garantito, GOTS, SA8000, FWF).

Invito quindi chi opera come designer d’abbigliamento e chi lavora negli istituti di ricerca, ad approfondire la possibilità di sviluppare tecnologie produttive che eliminino completamente (qui non bisogna ridurre, bisogna eliminare) sostanze tossiche e che cancellino per sempre l’odioso fenomeno del lavoro minorile.

I bambini del nostro vecchio mondo devono vivere da bambini, ricevere un’istruzione adeguata e poter guardare al futuro con il sorriso.

Un ultimo consiglio: se vuoi acquistare prodotti di moda con la consapevolezza che questi non siano stati realizzati dalle mani di bambini utilizza la nostra app ecoFashion.

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