Impatto ambientale dei detersivi
L’impatto ambientale di detersivi per il bucato e detergenti per la casa è devastante per il nostro pianeta, consigliamo quindi sempre e comunque l’utilizzo detersivi ecologici.
Una delle domande più frequenti, con riferimento al lavaggio dei capi, riguarda proprio come lavare in lavatrice arrecando meno danni possibili all’ambiente.
Forse non tutti sanno, infatti, che i detersivi tradizionali contengono diverse sostanze tossiche, le quali arrecano un grave danno all’ecosistema. Per questo motivo, indossare un abito in cotone, lana o in fibra sintetica, beneficiando di una fresca e confortevole sensazione di profumo e pulito, può derivare anche da un lavaggio consapevole, che rispetti la composizione dei diversi tessuti ma, allo stesso tempo, abbia un minimo impatto sull’ambiente.
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I due elementi principali che influiscono maggiormente sulla qualità dei lavaggi sono costituiti dall’acqua e dal detersivo.
Impiegare meno acqua fa parte di un sano senso civico, che riguarda non solo il lavaggio in lavatrice, ma anche quello a mano. Per quanto possibile, è opportuno preferire detersivi ecologici, che hanno un alto potere sgrassante e sono prodotti con una percentuale minore di agenti inquinanti; inoltre, anche la quantità di detergente andrebbe ridotta, sia perché i capi non vengono sporcati come qualche decennio fa, sia perché le lavatrici moderne dispongono di cicli di lavaggio molto efficaci, anche a basse temperature.
Privilegiando programmi con 30 o 40 gradi al massimo è possibile ottenere ottimi risultati.
Le lavatrici di ultima generazione sono programmate per funzionare con un ridotto dispendio energetico, ottimizzare i cicli di lavaggio, ampiamente personalizzabili nella durata e nella quantità d’acqua impiegata, e assicurano l’idoneo trattamento di capi dalle fibre delicate, come seta e lana.
Utilizzando la lavatrice e il detersivo in modo intelligente, è possibile ottenere risultati perfetti, un bucato pulito e profumato, con la serenità di aver fatto del proprio meglio per non influire negativamente sull’ambiente.
Un fattore altrettanto importante riguarda il rispetto delle fibre di cui sono composti i capi: differenziando adeguatamente i tessuti e trattandoli con la corretta temperatura dell’acqua e un detersivo adatto, questi si potranno mantenere belli nel corso del tempo, senza cedere o rovinarsi.
Come lavare in lavatrice il cotone
Il cotone (come anche il cotone biologico) è una fibra naturale, con cui sono prodotti indumenti e tessuti di uso comune nella vita quotidiana, tra cui lenzuola, asciugamani, tovaglie e teli decorativi.
Il cotone è uno dei materiali più antichi nel mondo e le sue caratteristiche più apprezzabili riguardano l’alto potere traspirante, ideale per mantenere costante la temperatura del corpo, la freschezza al tatto e la resistenza all’uso e al tempo. Inoltre, la fibra di cotone è anallergica e si presta a ogni tipo di lavorazione e trattamento, non infeltrisce ed è in grado di assorbire sudore e liquidi in generale.
Prima di capire come lavare in lavatrice il cotone in modo corretto, è necessario leggere con attenzione l’etichetta posta su ogni indumento o tessuto, sia nel caso del lavaggio a mano che in lavatrice. Illustreremo la modalità di lavaggio in lavatrice, quella che potrebbe creare più di una problematica, se non si osservano alcune precauzioni.
I capi bianchi in cotone, come lenzuola, asciugamani e teli, possono essere lavati in lavatrice nello stesso ciclo, se non vi sono indumenti la cui etichetta consiglia il lavaggio a mano.
Nelle lavatrici moderne, i programmi dedicati al cotone comprendono un ciclo lungo a 60 gradi e altri a 30 o 40, con durate variabili, dai 30 ai 90 minuti. Per i capi bianchi, non molto sporchi e senza macchie ostinate, il programma ideale è a 40 gradi, utilizzando detersivo ecologico nella quantità indicata sulla confezione, in base alla portata della lavatrice, considerando un carico pieno.
Il detergente può essere sia in polvere che liquido, anche se quest’ultimo, se applicato direttamente nel cestello insieme ai capi, garantisce una minore usura del tessuto e risultati ottimi. Al posto dell’ammorbidente, versare un po’ d’aceto bianco nella vaschetta dedicata ai trattamenti finali; il bucato sarà fresco, pulito e morbidissimo, pronto per essere piegato, indossato o stirato.
Per quanto riguarda i capi colorati, è possibile applicare la stessa regola, con l’accorgimento aggiuntivo di lavare nel medesimo carico quegli indumenti dai colori stabili e che sono già stati lavati, senza provocare perdite di pigmento e macchie difficili da gestire.
Come lavare in lavatrice la canapa
La canapa è una fibra naturale, impiegata per realizzare abiti, complementi di arredo e altri oggetti di uso comune. Le caratteristiche più apprezzate del tessuto ottenuto con la canapa riguardano la notevole resistenza all’uso e al tempo, che anzi ne aumenta la morbidezza.
Per lavare la canapa nel modo opportuno è raccomandabile seguire poche e semplici regole, per evitare di danneggiare un tessuto altamente affidabile e che favorisce la traspirazione della pelle, poiché in grado di assorbirne i liquidi.
Come lavare in lavatrice la canapa, rispettandone le fibre senza dimenticarsi dell’impatto ambientale? Una premessa doverosa riguarda il fatto che, per lavare la canapa e mantenerne inalterate le proprietà, è raccomandabile, per quanto possibile, eseguire un lavaggio a mano, perché la lavatrice rischia di danneggiarne le fibre.
Per lo stesso motivo, è altamente sconsigliato utilizzare l’asciugatrice, privilegiando l’esposizione all’aria aperta oppure, nell’impossibilità, in ambienti interni che dispongono di una sufficiente aerazione. La canapa, infatti, se posta in ambienti umidi, tende a produrre un odore non molto piacevole, che potrebbe rimanere sul tessuto a lungo, anche dopo ripetuti trattamenti.
Il primo passo da fare è leggere l’etichetta all’interno degli indumenti, per individuare quelli che, eventualmente, necessitino di lavaggi a parte o precauzioni particolari.
Nell’ipotesi in cui si rendesse strettamente necessario il lavaggio in lavatrice, è raccomandabile scegliere un programma a 30 gradi, con una centrifuga poco potente o, se possibile, eliminandola del tutto.
Anche in questo caso, il detersivo dovrà essere possibilmente ecologico e delicato, con una produzione di schiuma ridotta al minimo. Per preservare oggetti molto delicati, un consiglio è quello di riporli negli appositi sacchettini retati salvabiancheria, prima di inserirli nella lavatrice.
Come lavare in lavatrice la lana
La lana, come anche la lana biologica, è una fibra naturale che proviene dal mondo animale; quella considerata più pregiata è il cachemere, originario delle capre tibetane, morbidissima e calda.
Per comprendere come lavare in lavatrice la lana in modo efficace e senza rovinarla, è opportuno seguire una serie di consigli, specifici per tale tipologia di filato, delicatissimo e con la tendenza a infeltrirsi facilmente, se trattato con alte temperature e con i prodotti errati.
Lavare la lana a mano è l’operazione più adeguata a questa fibra; infatti, benché le lavatrici moderne dispongano di programmi appositi per lana e delicati, nella pratica è quasi impossibile mantenerle le fibre intatte con i movimenti tipici del cestello della lavabiancheria. Per questo motivo, il lavaggio a mano è la procedura consigliata, se le dimensioni dei manufatti in lana lo consentono.
Nel caso in cui si rivelasse necessario eseguire un lavaggio in lavatrice, anche se il programma indica una centrifuga breve e a giri limitati, è consigliabile far terminare il ciclo prima del suo inizio oppure, se si tratta di una coperta in lana, procedere a una centrifuga breve e controllata.
Anche in tale ipotesi, è fondamentale stendere i capi in piano, ponendoli in orizzontale su un asciugamano che possa assorbire l’acqua in eccesso, sullo stendino e in un locale aerato. In occasione della bella stagione, qualora si volessero stendere i capi in lana all’esterno, evitare assolutamente l’esposizione alla luce diretta del sole.
Come lavare in lavatrice il lino
Il lino è una fibra naturale, utilizzata per produrre filati di qualità, altamente traspiranti e resistenti al tempo e all’uso. Ad oggi, il lino per gli indumenti è impiegato un po’ meno rispetto al passato, e ritenuto un filato di pregio.
Tra i pregi del lino rientrano l’altissima resistenza al calore e l’ottima resa a colorazioni e altri trattamenti, la bellezza estetica e l’elevato potere traspirante. Il difetto più grande è quello di creare molte pieghe piuttosto facilmente, il che lo rende un po’ scomodo soprattutto per chi deve sedersi più volte nel corso della giornata e non ha la possibilità di cambiarsi.
Per lavare il lino in modo efficace e senza rovinarlo è possibile procedere al lavaggio sia a mano che in lavatrice. Quando ci si appresta a detergere il tessuto in lino, la problematica principale riguarda i colori e le macchie, che possono essere pretrattate separatamente: ad esempio, per le macchie di grasso o olio è possibile applicare un po’ di borotalco, con effetti miracolosi.
Anche in questo caso, prima di comprendere come lavare in lavatrice il lino è opportuno leggere l’etichetta con attenzione e verificare se il capo in lino va lavato separatamente dagli altri.
Nell’ipotesi in cui non sia così e che i capi non siano molto sporchi o macchiati, il programma da impostare non supererà i 40 gradi; anche se il lino resiste a temperature ben più alte, non è necessario eccedere con l’acqua calda.
Versando un po’ di bicarbonato insieme al detersivo ecologico, meglio se liquido, i risultati saranno ottimi; inoltre, per evitare di deformare i tessuti in lino, è raccomandabile escludere la centrifuga e stendere i capi direttamente al sole, se possibile.
Tale accorgimento dovrà essere osservato sia per il lavaggio in lavatrice sia nel caso del lavaggio a mano, con acqua tiepida/calda, una lacrima di detersivo neutro e bicarbonato. Il bicarbonato di sodio, tra le sue molte proprietà, aumenta il potere pulente dei detersivi, sia a mano che in lavatrice.
Come lavare in lavatrice la juta
La juta è una fibra naturale altamente ecologica e ha molte caratteristiche in comune con la canapa. A differenza di quest’ultima, tuttavia, la juta tende a sfilacciarsi più facilmente; per tale motivo, per lavare gli indumenti realizzati con questo filato senza rovinarli, occorre evitare le alte temperature, come anche il lavaggio in lavatrice.
Se il tipo di indumento e le dimensioni lo permettono, è raccomandabile eseguire unicamente lavaggi a mano, con acqua preferibilmente fredda, o al massimo leggermente tiepida, impiegando un detersivo ecologico molto delicato e che non produca schiuma.
Prima di comprendere come lavare la juta in lavatrice, nel caso in cui siano presenti macchie sul tessuto, è opportuno procedere con un trattamento preliminare, servendosi di una spugna inumidita in acqua e un po’ d’aceto.
Il lavaggio della juta in lavatrice richiede diversi accorgimenti: i capi dovrebbero essere posti nel cestello all’interno di un sacco a retina per preservare gli indumenti; il programma scelto deve essere breve, senza centrifuga e con acqua fredda.
Il modo migliore per stendere i capi realizzati in juta è uguale a quello per la lana, in posizione orizzontale sopra un asciugamano, in ambienti ariosi e asciutti.
Come lavare in lavatrice la viscosa
La viscosa era chiamata, in passato, seta artificiale, o anche seta vegetale, in virtù della sua consistenza serica e ariosa. Il suo tessuto è prodotto mediante estrazione della fibra dalla cellulosa, attraverso procedimenti industriali di natura chimica.
Ad oggi, esistono diverse tipologie di viscosa, in base alle materie prime impiegate per la sua realizzazione; la distinzione principale va effettuata tra viscosa cellulosica e proteica. Entrambe hanno in comune le caratteristiche tipiche della viscosa; i tessuti realizzati con questo materiale sono leggeri, altamente traspiranti, si asciugano in poco tempo e, soprattutto, difficilmente producono pieghe, prestandosi molto bene alla produzione di capi “no-stiro”, che fanno risparmiare tempo e fatica.
I capi in viscosa sono piacevoli da indossare, e regalano un senso di benessere, freschezza e leggerezza. Spesso il filato di viscosa è associato ad altri materiali, che consentono di ottenere indumenti adeguatamente elastici, in grado di garantire ottima vestibilità e assicurare il massimo comfort.
Prima di comprendere come lavare in lavatrice la viscosa, è buono sapere che gli indumenti in viscosa possono essere lavati tranquillamente sia a mano che in lavatrice. La regola aurea di osservare l’etichetta vale anche per la viscosa, poiché si rivela il modo più efficace per controllare se i capi necessitano di lavaggi a parte o trattamenti particolari.
Per il lavaggio in lavatrice è opportuno scegliere un programma per capi delicati, meglio se non superiore ai 30 gradi, aggiungere poco detersivo delicato in forma liquida, un cucchiaino di bicarbonato e avviare il ciclo, evitando di far centrifugare fino alla fine: l’ideale sarebbe far strizzare leggermente gli indumenti, per evitarne la deformazione durante l’asciugatura.
Come lavare in lavatrice tessuti sintetici
Tra i tessuti sintetici, il nylon è quello più noto e considerato più resistente e versatile. Il tessuto in nylon è ottenuto da procedimenti sintetici di materiali poliammidici, che subiscono trattamenti che consistono in diversi stadi di polimerizzazione. Parleremo di come lavare in lavatrice il nylon, ma gli stessi accorgimenti valgono anche per altri sintetici.
Per quanto riguarda il lavaggio degli indumenti in nylon, lo si può eseguire sia a mano che in lavatrice, perché questa fibra non è sensibile alla centrifuga o all’acqua calda (fatta eccezione per i collant) e, pertanto, non sono necessari accorgimenti particolari, se non la lettura preliminare dell’etichetta, la quale indicherà la necessità di eventuali lavaggi a parte o trattamenti specifici, come ad esempio non asciugare in asciugatrice.
Normalmente, i capi in nylon dimostrano un’ottima tenuta del colore; quindi, si può procedere a un lavaggio misto in lavatrice, con un programma per indumenti sintetici e che quindi non supera i 30 o 40 gradi.
La centrifuga dovrà essere delicata e, comunque, non superiore a 800 giri; se si lavano i collant in lavatrice, è raccomandabile inserirli prima all’interno di un sacco retato, che eviterà la rottura di fili e il danneggiamento delle fibre.
Per un corretto lavaggio in lavatrice è opportuno utilizzare un detersivo liquido delicato, preferibilmente ecologico; benché il nylon sia famoso per la sua resistenza, la commistione con elastan e altre fibre che ne aumentano l’elasticità potrebbe rendere i capi più sensibili all’azione del detersivo in polvere.
Microfibre, microplastiche, e lavaggi in lavatrice
Un problema forse sottovalutato, ma che attanaglia il nostro pianeta da qualche decennio è sicuramente l’inquinamento da microfibre (incluse le microplastiche). Questi piccoli (micro) elementi vengono rilasciati nelle fogne dalle acque di scarico delle nostre abitazioni, proprio a causa dei numerosi lavaggi in lavatrice.
Le microfibre disperse dai tessuti naturali durante il lavaggio in lavatrice sono di origine organica, di conseguenza queste tendono a decomporsi in quanto biodegradabili. Sono quindi meno nocive rispetto alle microfibre dei tessuti sintetici, chiamate anche microplastiche.
L’inquinamento da microplastiche è di recente scoperta, ma tutti gli studi concordano sul fatto che sia diventato un serio problema per l’intera civiltà umana. Per ulteriori informazioni su questo argomento consigliamo la lettura del nostro articolo Dai Pesci agli Umani, l’invasione delle Microplastiche.