Malìa Lab Atelier di Moda Biologica per le Donne

Indice dei contenuti

Chi è Malìa Lab?

Malìa Lab è un atelier di moda sartoriale nato nel 2016 in Calabria, terra di origine della nostra amica Flavia Amato, titolare e designer di questo nuovo brand entrato a far parte dei sempre più numerosi marchi italiani di moda sostenibile.

Brand Italiano Moda Sostenibile

Logo Malìa Lab - Brand di moda

  ECOLOGICO

  BIOLOGICO

  ANIMAL FREE

  ARTIGIANALE

  • Vestiti
  • Gonne
  • T-Shirt
  • Camicie
  • Maglieria
  • Pantaloni
  • Gonne
  • Giacche

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Abbigliamento Donna Biologico e in Fibre Naturali

Malìa Lab realizza esclusivamente abbigliamento donna in fibre naturali, con um gradito tocco di “biologico” dato dall’utilizzo di Lana e Cotone biologici. Parliamo di 100% manifattura sartoriale italiana, qualità e design di alta moda, prezzi concorrenziali, tanta cortesia e disponibilità. Questi sono solo alcuni pregi di Malìa Lab.

Solitamente nelle nostre interviste ai brand di moda ci piace scrivere una presentazione iniziale abbastanza completa prima di passare all’intervista, ma questa volta non sarà necessario. Sappiate che Flavia oltre ad essere una bravissima designer è anche una gran chiacchierona! 😉

Intervista al Brand Malìa Lab

  1. Ci racconti come è nata la tua idea di moda biologica e il brand Malìa Lab?
  2. Il laboratorio è stato inaugurato ufficialmente a maggio del 2016 ed è stato la sintesi di un percorso durato più di un anno, cominciato nelle Marche, sviluppatosi grazie al corso formativo dell’ISTAO, finalizzato all’apertura di nuove startup innovative e culminato nel ritorno nella mia terra, la Calabria, dove ho scelto di dar vita alla mia idea, creando appunto Malìa, atelier di moda biologica.

    L’idea, o per meglio dire il sogno, che mi ha accompagnato durante questo percorso, è nato molto prima nella mia mente e c’è voluto un po’ per prendere coraggio e poter anche solo immaginare di poter progettare qualcosa de simile. La creazione di questa linea “all green” rappresenta il connubio di due passioni, la moda e la cura del corpo, che ho coltivato nel corso della mia crescita intellettuale e una risposta a diverse problematiche che ho riscontrato durante il mio percorso formativo professionale.

    La passione per la moda è genetica e fa parte di me: sono cresciuta guardando mia nonna cucire, mia mamma cucire e con i racconti di uno zio rinomato sarto, addirittura emigrato con successo nel Canada per le sue qualità. A questo istinto interiore, si è unita nella mia adolescenza una necessità, quella di ricorrere a cosmetici naturali per evitare sgradite reazioni a eccipienti sintetici presenti nei prodotti più comuni sul mercato. Una necessità che mi ha portato a studiare e applicarmi nell’arte, in gergo comune fra altri praticanti, dello “spignatto”, ossia la produzione artigianale di cosmetici, con ricette studiate per evitare l’utilizzo di additivi chimici e l’impiego di eccipienti si artificiali, ma derivati dalla natura.

    Queste due passioni, hanno iniziato a collidere, durante il mio percorso lavorativo.

    Successivamente alla Laurea Accademica e al Corso professionale di modellista, ho intrapreso come da prassi, stage in rinomate aziende terziste del settore abbigliamento. Purtroppo il quadro generale che si è presentato ai miei occhi era tutt’altro che gratificante: in un paese che ha fatto del Made in Italy un cavallo di battaglia, è desolante notare come discorsi sul marchio, la qualità e la cura siano totalmente di facciata. La qualità scadente dei tessuti e soprattutto la delocalizzazione della produzione, recuperata e rivenduta poi come italiana con vari espedienti, dipingono un quadro che definire nauseante è riduttivo.

    Lasciate alle spalle quelle esperienze, con un know how comunque arricchito, ho iniziato a pensare ad una moda diversa, più genuina, sana, più attenta a ciò che si realizza e a come lo si realizza. Mi piace definirlo un “nuovo modo di vedere la moda”: una moda slegata dal concetto consumistico di avere un guardaroba che sia solo pieno e completo in termini materiali. Il nostro armadio, deve essere un contenitore di qualità, dove riporre abiti creati con cura, studiati nei dettagli, utilizzando tessuti che siano realizzati nel rispetto dell’ambiente e del corpo.

    La logica che dovrebbe guidare i nostri acquisti dovrebbe rispondere al concetto di “Meglio comprare meno, ma comprare bene.” Inoltre spesso si tende a trascurare o per lo meno si dedica meno attenzione alla cura della pelle, che nel nostro corpo è l’organo più esteso: tenere a contatto con la superficie cutanea, materiali trattati con elementi chimici irritanti e dannosi, che attraverso i pori e la sudorazione possono contaminare la nostra cute, è potenzialmente dannoso quanto fumare una sigaretta o qualsiasi altro comportamento incauto.

    I tessuti biologici certificati, garantiscono un qualità dei filati migliore, controllata e soprattutto, la produzione è realizzata senza impiegare additivi e sostanze pericolose per il benessere del nostro corpo.

    Attenzione per l’ambiente, per il corpo, recupero di artigianalità e di tessuti della tradizione, innovandoli, sono i fondamenti di questa moda “all green”. Devo ammettere che l’idea di creare capi con tessuti biologici non è originale in sé, in quanto già da anni, diverse nuove imprese hanno iniziato un percorso simile di utilizzo di tessuti naturali. Tuttavia, l’idea di coniugare uno stile ricercato, mai banale, più “glamour” è un’idea innovativa, soprattutto se pensato per una moda che ci accompagni nel quotidiano e non ad una moda legata solo alle passerelle e alle sfilate.

    Una visione sostenibile, etica e chic di vedere un bene primario, che deve stare a contatto con la nostra pelle tutti i giorni, e per che no, anche proteggerci dall’esterno come un’armatura lo era per un cavaliere medievale: che sia un’armatura curata di qualità è il minimo che ci si possa aspettare.

  3. Si parla sempre più spesso di sostenibilità, di rispetto per l’ambiente, e grazie alla ricerca scientifica nascono sempre più tessuti ecologici di origine vegetale. Nelle tue ultime collezioni hai aggiunto la fibra di mais, ci spieghi che tipo di tessuto è?
  4. Il tessuto nella fattispecie è stato creato utilizzando il 60% di fibra di mais e un 40% di cotone biologico. Del cotone ormai conosciamo tutto, al contrario della fibra di mais che ha fatto la sua comparsa da poco nella produzione tessile. Il filato di mais viene prodotto con un articolato processo di fermentazione dell’amido in esso contenuto, che porta alla trasformazione della materia prima in PLA (acido poliattico), un polimero derivato da piante ricche di destrosio, uno zucchero naturale presente anche nel grano e altre piante. Il mais ne è particolarmente ricco e per questo la sua trasformazione in filato è proficua.

    Il risultato è un tessuto unico per qualità, che si avvicinano alle fibre sintetiche (avendone tutti i vantaggi), ma conservando comunque la sua essenza naturale ed ecologica.
    La fibra di mais si distingue per essere ipoallergenica e soprattutto per un’elevata traspirabilità, superiore a quella del cotone: è in grado infatti di assorbire l’umidità in eccesso e rilasciarla verso l’esterno mantenendo la pelle asciutta. Per questo il contatto con tale fibra è sempre piacevole e salubre. Inoltre la finitura particolare e l’unione della trama di mais e cotone, crea un piacevole effetto cangiante e lucente alla luce, con colori brillanti e luminosi.

  5. A chi ti ispiri mentre disegni le nuove collezioni? E a chi si rivolgono?
  6. Sembra magari strano dirlo, ma la prima ispirazione di tutte le mie collezione sono io stessa. La prima fonte di ispirazione sono le linee che si creano nella mia immaginazione, capi che vorrei indossare o che mi piacerebbe creare per me, nella riproposizione di un desiderio un po’ fanciullesco, comune a più di una bambina, di creare abiti per le proprie bambole.

    Oltre a questo, sicuramente un ruolo importante, per non dire fondamentale nella scelta del design è la campionatura del tessuto. Toccandolo, saggiandone le qualità del filato, la malleabilità, il grado di tensione, riesco ad immaginare quale forma e su quali linee principali possano svilupparsi i capi che andrò a realizzare con quel particolare tipo di fibra.

    In questo caso devo ringraziare il mio fornitore di fiducia, col quale ho un ottimo rapporto e mi consente di giocare con diverse tipologie di filato. Inoltre, come per altri ambiti delle arti, è essenziale uno studio storico, che ti permette di recuperare linee passate, a cui va unito un continuo aggiornamento con le tendenze attuali. Percorsi diversi, modi differenti di vedere la moda, che servono a completare e arricchire il tuo bagaglio personale, che deve essere sempre aperto e pronto ad accogliere nuove esperienze.

    Il tutto si fonde poi nel momento della creazione vera e propria del capo: è un processo molto intimo, a volte dura per giorni e non si interrompe, finché non arrivo materialmente all’esecuzione e alla confezione del prototipo. In generale dedico sempre un momento della giornata a pensare a nuovi capi da creare, è un “lavoro” di immaginazione continuo, ma amo farlo e spero che questo traspaia e si senta quando le persone indossano i miei capi.

    Attualmente la mia linea, è soprattutto donna, sto iniziando il bambino e prossimamente quando avrò più tempo vorrei iniziare anche con la moda uomo. Per quanto riguarda la moda femminile, non c’è un target ben preciso, i miei capi sono pensati per donne dai 16 ai 60 anni di età, una donna sicuramente che ami vestirsi con gusto e con un occhio al piacere di distinguersi con uno stile ricercato e fine, senza essere appariscente e troppo vistosa.

  7. Malìa Lab si può descrivere in artigianalità e sostenibilità, due elementi importantissimi. Come rispondono le persone alle tue linee di moda? Hai avuto un riscontro positivo?
  8. Sicuramente non è facile inserirsi in un mercato, come quello della moda, in cui “io sono un pesciolino appena nato, che nuota in un oceano di squali e pesci più grandi.” All’inizio non è stato semplice e tutt’ora ci sono diverse difficoltà.

    I tessuti ecologici sono più costosi degli omologhi non controllati e sicuramente si presentano meno appariscenti.

    Molti conservano il loro colore naturale e solo da poco ho introdotto una linea con un filato colorato con colori sgargianti (la linea in fibra di mais ndr). Inoltre molti sottovalutano i benefici di un tessuto creato con un filato biologico, con processi qualitativi e standard elevati: la cultura della “manifattura orientale” è ben salda nel panorama della moda acquistabile e sicuramente è assai difficile sostituirla d’emblée.

    In generale comunque, comincio a riscontare, diciamolo a bassa voce, un interesse sempre maggiore nelle mie creazioni, sia in paese, e non era facile visto la scarsa informazione in generale che c’è sull’argomento tessuti naturali, che su internet. I complimenti e gli acquisti da compaesani e non si sono fatti attendere e sicuramente la cosa mi ha aiutato perché soprattutto all’inizio, quando sono tutte spese e pochi incassi il percorso si presenta arduo e complicato.

    La maggior parte dei miei attuali clienti e-commerce provengono dal nord, che sicuramente per motivi anche economici, rappresentano una clientela più attenta e preparata in materia di biologico. Sono contenta dei primi risultati ottenuti, ma sicuramente la strada è molto lunga e dovrò impegnarmi al massimo per raggiungere i miei obiettivi.
    L’importante è mai arrendersi, qualunque sogno o impresa si stia portando avanti.

  9. Sei fiduciosa per un futuro più sostenibile?
  10. Sono ottimista di natura e fermamente convinta che se desideri, ti applichi e pensi positivamente che un tuo desiderio si realizzerà, alla fine sarai ripagato. Io sono fiduciosa che la sostenibilità, anche nel mondo della moda, diventerà da scelta “radical chic”, a via maestra da seguire.

    Ci credo e anche per questo ho fatto la mia scelta. Mi piacerebbe che il mio atelier, sia da traino, pur essendo una piccola realtà, per tante nuove iniziative sulla strada dell’ecologia e della sostenibilità. Una moda etica, per una vita etica, nel rispetto di noi stessi e dell’ambiente in cui viviamo.

Malìa Lab è un brand di moda sostenibile!

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Acquistare abbigliamento biologico Malìa Lab equivale a salvaguardare l’ambiente, ma anche l’aspetto sociale della produzione tessile: i tessuti biologici utilizzati dal brand sono prodotti in modo etico e sostenibile, dalla coltivazione della materia prima alla lavorazione del tessuto.

Maglia donna in viscosa vegetale - Malìa Lab
EcoDesign, Glamour, e moda di alta qualità per l’atelier di moda biologica di manifattura 100% italiana. Rispetto per l’ambiente, rivalutazione del vero Made in Italy, uno stile unico.. solo da indossare!

Le collezioni di Malìa Lab propongono una vasta scelta di capi di abbigliamento donna: giacche, maglieria, pantaloni, gonne, vestiti, t-shirt. Sappiamo quanto sia difficile acquistare online un vestito sartoriale senza averlo provato, ma potete scegliere con sicurezza l’artigianalità italiana e i tessuti biologici di Malìa Lab.

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Siamo un'associazione no-profit impegnata dal 2016 nella promozione di una moda più etica e sostenibile.

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