Tessuti Biologici, Quali Sono e Perché Sceglierli

Gomitoli di cotone

Indice dei contenuti

Cosa sono i tessuti biologici?

Possiamo definire un tessuto biologico (o meglio una fibra biologica) quando questa proviene da una coltivazione che ha osservato gli standard imposti dall’agricoltura biologica, la medesima applicata nel settore alimentare.

L’agricoltura biologica impone severe norme a tutela della salute umana e dell’ambiente in generale. Pensate che viene considerata come una delle soluzioni per combattere i cambiamenti climatici.

E’ noto che l’agricoltura biologica corrisponda a coltivare ed allevare piante in modo naturale, senza l’ausilio di sostanze chimiche pericolose per la nostra salute o inquinanti per l’ambiente. Escludiamo quindi pesticidi, fertilizzanti ed erbicidi sintetici, facendo affidamento sulle sostanze naturali, miscele create comunque dall’uomo ma con l’obiettivo di creare un impatto positivo per l’ambiente (o quantomeno di non distruggerlo).

Per definire i tessuti biologici occorre una certificazione che ne attesti la provenienza da agricoltura biologica.

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Quando un tessuto è biologico?

Un tessuto è biologico quando dispone di una certificazione di origine biologica che possa garantire la provenienza della fibra utilizzata per la realizzazione dello stesso tessuto. Le certificazioni tessili più diffuse in ambito internazionale sono due:

  • Organic Content Standard (OCS) che è disponibile in due versioni: Content 100 quando la fibra è 100% di origine biologica. Content Blended quando la fibra contiene almeno il 5% di fibra biologica. Scopri di più su OCS
  • Global Organic Textile Standard (GOTS) che è applicabile quando la fibra è composta da almeno il 95% di fibre biologiche. E’ possibile ottenere questa certificazione anche quando contiene almeno il 70% di fibre biologiche, applicando sull’etichetta la dicitura “Fatto con 70% di Fibre Biologiche”. Scopri di più su GOTS

Una cosa a cui stare attenti è la miscelazione del tessuto, abbiamo infatti parlato di “fibre composte da almeno il… di fibra biologica”. La fibra viene trasformata in filato, e successivamente in tessuto. Durante la tessitura è possibile che la fibra di cotone certificata GOTS venga miscelata con un’altra fibra di cotone NON organico, o magari con materiali sintetici.

Nel caso in cui si voglia acquistare un tessuto biologico bisogna quindi porre attenzione alla sua miscelazione, mentre nel caso in cui si voglia acquistare abbigliamento biologico è fondamentale leggere l’etichetta del capo che riporta la composizione esatta del prodotto.

Quali sono i tessuti biologici?

Pur essendo cotone e lana quelli più diffusi nel commercio della moda, possono essere certificati come biologici tutti i tessuti naturali:

  • Cotone
  • Lana
  • Canapa
  • Lino
  • Ramia
  • Juta

Perché scegliere tessuti biologici?

Preservare l’ambiente, la salute umana, e l’aspetto sociale della produzione tessile, sono 3 incentivi che dovrebbero spingere qualsiasi persona all’acquisto di tessuti biologici. Artigiani e brand di moda dovrebbero infatti valutare con attenzione questi aspetti nella fase di progettazione dei loro prodotti.

Nonostante abbiano un costo leggermente più alto rispetto ai tessuti tradizionali, i vantaggi offerti dai tessuti biologici giustificano la lieve differenza di prezzo:

  • Ambiente: escludendo tutte quelle sostanze tossiche comunemente utilizzate nel settore tessile i terreni ne gioveranno. I gas serra emessi saranno di minor rilievo. Le falde acquifere resteranno pulite e potabili per i cittadini locali.
  • Salute umana: oltre all’inquinamento ambientale che influisce in modo negativo sulla nostra salute, dobbiamo far notare che queste sostanze persistono nel tessuto e vengono assimilate dal nostro corpo quando indossiamo un indumento.
  • Aspetto sociale: l’agricoltura biologica prevede standard minimi corrispondenti a quelli definiti dall’ONU. Questo vuol dire che gli agricoltori, come i dipendenti delle fabbriche, godono di trattamenti equi e non discriminanti.

Impatto ambientale dei tessuti biologici

L’impatto ambientale dei tessuti biologici è decisamente inferiore se confrontato con i tessuti naturali tradizionali. Allo stato attuale, non essendoci studi scientifici di confronto tra materiali artificiali di ultima generazione (definiti ecologici poiché derivati da risorse vegetali) e tessuti biologici, possiamo definire questi ultimi come i più ecologici in commercio.

Ci piace poter pensare che un giorno il biologico possa diffondersi rapidamente. Nel 2018 uno studio di settore affermò che in Italia il 15,4% delle terre coltivate fosse dedicato all’agricoltura biologica.

Tessuti biologici vs tradizionali

Emissioni di CO2, confronto tra tessuti
Il grafico mostra le emissioni di CO2 durante la coltivazione (colore viola) e la produzione dei tessuti ( colore rosa). Si può notare come il cotone tradizionale (Cotton – USA) raggiunga quasi 6 KG di emissioni CO2 per coltivare e successivamente produrre 1 tonnellata di fibra tessile, mentre il cotone organico (sempre negli USA) superi di poco i 2 KG di emissioni.

Qualcuno potrebbe pensare che 6 KG di CO2 siano pochi, ma tenete presente che è un GAS e che solo negli Stati Uniti sono stati prodotte circa 5 mila milioni di tonnellate di fibra di cotone in 1 solo anno (2018).

Consumo di energia, confronto tra tessuti
Questo grafico mostra invece il consumo di energia nella coltivazione e produzione di fibre tessili. Come vedete il poliestere resta sempre il peggiore tra quelli elencati, ed è inquietante pensare che l’acrilico ed il nylon hanno un impatto sull’ambiente di gran lunga superiore al poliestere.

Come vedete le differenze tra cotone biologico e cotone tradizionale non sono così evidenti come nelle emissioni di CO2, ma pendono comunque a favore del tessuto biologico.

In conclusione, riteniamo che scegliere tessuti biologici sia un contributo alla lotta contro i cambiamenti climatici.

Fonte delle statistiche in formato PDF (inglese).

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