Slow Fashion, il futuro della Moda deve essere Più Lento

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Cos’è la Slow Fashion?

La Slow Fashion (o moda lenta) è un movimento che spinge verso il modello di produzione sostenibile: riduzione del numero di collezioni annuali, per lo più di produzione artigianale, promuove il riciclo di materiali, la riduzione del consumo di risorse e l’acquisto di seconda mano.

In questo articolo ci focalizzaremo sulla produzione del nuovo, quindi non parleremo di slow fashion intesa come acquisti di seconda mano.

Raramente è possibile definire un modello di produzione industriale come slow fashion, anche se purtroppo molti brand di moda si sponsorizzano come tali quando in realtà non lo sono affatto.

Possiamo però affermare che oggi, almeno dal nostro punto di vista, i brand di moda che producono a livello industriale le due classiche collezioni autunno/inverno e primavera/estate, sono certamente più “slow” e sostenibili rispetto alle grandi catene di distribuzione della fast fashion, le quali spesso realizzano più di 50 collezioni in un anno.

Per definirla sostenibile non possiamo però non valutare i materiali utilizzati, poiché i nostri standard di moda sostenibile impongono l’uso di fibre tessili ecologiche certificate come tali.

Il movimento slow fashion nasce essenzialmente per contrastare la fast fashion, è solitamente sinonimo di qualità, cura dei dettagli e produzione etica (rispetto dei diritti umani).

La slow fashion “artigianale” è sicuramente una forma molto apprezzata di moda sostenibile. Pur utilizzando spesso tessuti naturali come il cotone standard -un tessuto che ha poco di etico e sostenibile- non possiamo dimenticare che il ridotto numero di “indumenti o accessori prodotti”, può compensare il mancato utilizzo di tessuti ecologici e certificazioni tessili (ovviamente non è detto che non ci siano, ma spesso è così).

Inoltre, teniamo a mente che l’utilizzo delle fibre ecologiche si sta diffondendo anche tra i piccoli artigiani della slow fashion, i quali cercano di distinguersi in un settore davvero saturo e agguerrito più che mai.

Quando la moda è sostenibile?

Come riconoscerla?

Dove acquistarla?

Inizia il tuo percorso!

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Slow Fashion vs Fast Fashion

Ci capita spesso di parlare della slow fashion nei nostri articoli, anche se a volte sembra solo un’utopia. Eppure siamo convinti che la coscienza umana, unita alla necessita di virare verso un’era più sostenibile, a breve potrebbero essere le leve che faranno impennare la vendita dei prodotti della slow fashion, ci auguriamo a discapito della moda low cost.
Forbici e accessori da cucito per il fai da te

Oggi il paragone non regge, la fast fashion gioca e vince in tutti i mercati del mondo, tranne in quei paesi meno sviluppati dove le grandi catene di distribuzione non hanno interessi. Mentre la slow fashion arranca in un mondo ancora non pronto per apprezzarla come dovrebbe.

Anche le grandi Case di Moda Italiane non possono considerarsi parte della slow fashion, a causa dei milioni di capi prodotti e venduti ogni anno.

La fast fashion è distruttiva a livello ambientale, ma anche a livello sociale. Basti pensare, che la maggior parte dei capi low cost che acquistiamo sono spesso creati da mani troppo giovani per lavorare, vengono realizzati in situazioni fragili, discriminanti, poco dignitose.

La slow fashion locale, i laboratori artigianali e sartoriali, possono e devono essere una valida alternativa alle grandi catene di distribuzione, sia per ridurre l’inquinamento ambientale, sia per migliorare le condizioni di vita di milioni di operai sfruttati dal settore tessile.

Slow Fashion in Italia

La manifattura artigianale italiana deve considerarsi come slow fashion. Seppur negli ultimi anni, complice la crisi economica, le botteghe artigianali di tutti i settori siano sempre meno numerose.

Sappiamo bene che il nostro paese vive un periodo di grande difficoltà economica, ed è difficile pensare che la slow fashion possa guadagnare una fetta importante del mercato globale della moda.

Per quanto sostenitori della slow fashion e più in generale del vero Made in Italy, è inutile negare che spesso l’acquisto di questi prodotti ha un costo più alto del normale. Negli ultimi 20 anni le grandi catene di distribuzione della Fast Fashion ci hanno educato ad acquistare prodotti a basso costo, e sarà difficile uscire da questo tunnel.

Sembra come dovessimo possedere decine di outfit nei nostri armadi, anche se statisticamente ne indossiamo molti meno di quanto immaginavamo prima di acquistarli.

Quanti outfit avevano i nostri nonni? una domanda non paragonabile all’attuale stile di vita, ma la risposta rende l’idea delle reali dimensioni del problema.

Rinunciando almeno in parte a questi numerosi outfit, concentrando quindi le nostre risorse economiche su capi di qualità prodotti da marchi di slow fashion potremmo quantomeno avvicinarci a questo movimento, aiutando l’economica locale (l’artigiano o la sarta) e di conseguenza sostenere anche l’economia nazionale, oltre a preservare l’ambiente.

Ecco come l’azione di un singolo individuo può cambiare il mondo.

Davvero un paese manifatturiero come il nostro deve lasciare il Made in Italy nelle mani di altri? Sta accadendo oggi, sotto i nostri occhi. Il Made in Italy è poco tutelato, viene prodotto in altri paesi e falsificato. Svenduto ad imprenditori di tutto il mondo.

Qual’è il futuro della slow fashion in Italia? Speriamo sia positivo e ricco di sorprese, noi faremo di tutto per supportarlo.

Slow Fashion, il Fai da Te che fa la differenza!

Il “fai da te” può considerarsi Slow Fashion? Certo che si! partendo dal presupposto che anche il riciclo di vecchi abiti può e deve considerarsi tale. Anche l’acquisto di vintage, o nei mercatini dell’usato come abbiamo detto inizialmente.

Prendiamo qualcosa di ri-utilizzabile, lo modifichiamo a nostro piacimento, ed ecco un innovativo pezzo “da collezione” da sfoggiare nelle occasioni speciali, oppure da tenere in casa per le faccende domestiche (dipende da quanto siamo bravi).

Jeans riciclati strappati e rattoppati con perle
A volte non siamo abbastanza coraggiosi, non crediamo nelle nostre capacità creative, siamo pigri, ma oltre a divertirsi potrebbero uscire fuori delle cose davvero stravaganti.

Si può partire con cose da buttare, si fanno delle prove, e dopo un pò di allenamento uscirà fuori qualcosa di carino. Avremmo il coraggio di indossarlo? Dipende da quanta fantasia mettiamo nell’elaborare il progetto 🙂

Se vogliamo davvero riciclare abiti usati e indossarli come una forma di Slow Fashion, è sicuramente consigliabile qualche corso online!

Buttiamo decine di capi ogni anno, quindi il fai da te ed il riciclo creativo sono senza dubbio un ottimo modo per partecipare attivamente al movimento della slow fashion, e se non siamo così “pratici” possiamo rivolgerci a veri professionisti, sia per rendere più creativi i nostri capi, sia per le riparazioni (ciabattini, artigiani, sarte..).

Slow Fashion Online

Decine di marchi si dichiarano slow fashion, anche se fino a qualche anno fa veniva considerato slow solo un prodotto artigianale rigorosamente fatto a mano.

Oggi le cose sono cambiate, e come detto in precedenza chi realizza due collezioni di moda l’anno può considerarsi parte del movimento della slow fashion, sempre se lo paragoniamo alle 50 collezioni annue delle grandi catene di distribuzione.

La maggior parte di questi prodotti possono essere acquistati online su Etsy. Sicuramente la più grande piattaforma online di prodotti artigianali, la quale consente agli artigiani una buona visibilità e discrete possibilità di vendita.

Comunque siamo più favorevoli allo sviluppo dell’economia locale piuttosto che agli acquisti online. Provate a rivolgervi ad un artigiano della vostra città, lui saprà sicuramente come aiutarvi.

Ma per trovare la vera slow fashion online puoi anche usare il nostro motore di ricerca ecoFashion:

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